Paros 15 agosto 2010
Finalmente il Meltemi, vento che tanto amavo quando il mio sport principale era il Windsurf (motivo per il quale ho scoperto Paros tanti anni fa) aveva smesso di soffiare e il mare si era accettabilmente calmato.
Ne abbiamo quindi approfittato per mettere la prua del gommo di Dionisi al largo e ci siamo diretti verso i mitici scogli di Portes , vero paradiso subacqueo fino a circa 6-7 anni fa, Ci ancoriamo tra i due scogli non senza una certa difficoltà dato il mare di scaduta non grosso ma fastidioso.
Lascio il tratto a Dionisi che scende in acqua per fare il solito agguato vicinissimo allo scoglio, lo seguo immediatamente dietro.
Si muove sinuosamente aggrappato alle rocce taglienti a pelo d’acqua, cerchiamo di essere il più silenziosi possibile , fa giro dello scoglio a sud … ma le ricciole non si vedono e la mangianza (pesciolini che fanno da pasto ai predoni) è tranquilla.
Lo lascio andare per tentare un aspetto sulla piattaforma che si affaccia repentinamente sul blu, ne concludo un paio ma niente da fare, non si vedono nemmeno le curiose stire (da noi si chiamano dotti… perché si dice sappiano leggere e scrivere comunque un tipo di cernia ) , provo a scendere oltre la piattaforma dove ho catturato diverse belle stire e una volta pure una cernia dorata senza alcune esito.
Risalgo tranquillo anche se gli ultimi tuffi sono stati piuttosto profondi (ovviamente per le mie possibilità…) il profondimetro segna -29.
Improvvisamente sento Dionisi che mi chiama agitato, lo individuo 50 mt circa più avanti appena passato il varco tra i due scogli. Silenziosamente lo avvicino e gli chiedo il motivo di tanta agitazione. Mi risponde che sotto di noi , dove le rocce finiscono sulla sabbia c’è un bestione immobile.
Mi sposto verso la direzione indicatami, mi rilasso e mi ventilo bene quindi faccio una capovolta perfetta tenendo il fucile aderente al corpo , come fossi sull’attenti, compenso subito e inizio a scendere, pochi metri e l’acqua, allora limpidissima, mi permette di vedere uno spettacolo che ho visto altre volte in sardegna: una grossa cernia adagiata sul fondo in compagnia di una grande ricciola, sono appaiate, mi chiedo intente a fare che? Forse comunicano in qualche modo che ne so…
Sono molto concentrato e mi avvicino in caduta senza muovere un muscolo dato che dai dieci metri sono diventato negativo.. mi sto avvicinando forse troppo ho paura di perderla, di innervosirla: se prende paura e scatta dentro i meandri di rocce perdo una occasione eccezionale, ancora un metro, ho il braccio teso e stringo il grilletto , è sufficiente una piccolissima pressione del dito e il tiro parte, miro alla testa , per esperienza so che è la parte più sensibile del serranide.
Devo sparare e non permetterle di entrare in tana: ecco si muove …schiaccio il grilletto e la centro proprio dove volevo sulla guancia sinistra, l’asta esce a metà corpo dall’altra parte, uno sbuffo di sangue verde (a quella profondità il rosso diventa verde) spruzza assieme all’asta.
Do subito uno strattone al filo di nylon che collega l’asta al fucile per staccare la preda dal fondo e quindi impedirle di entrare in tana, timida reazione del pescione tramortito e inizio la risalita da 29 metri filando la sagola del mulinello…pinnata dopo pinnata riemergo con un urlo di liberazione.
Per metterla sul gommone abbiamo dovuto farlo in due…e pesata ha fatto segnare 14 kg e mezzo. Alla sera festa grande per tutti gli amici greci con la deliziosa zuppa che cucino a modo mio cioè alla cagliaritana, una specie zuppa come mi ha insegnato l’indimenticabile Gigi Pischedda.
Gigi Pischedda l’ho conosciuto a Villasimius quando si poteva ancora pescare in quei posti meravigliosi:
Secca dei piscaddedus (di fronte a Capo Boi) .
Secca di cala caterina.
Isola dei cavoli con: scoglio dei congressi, faraglioni , franata sotto il faro, secca di libeccio.
Secca dei Berni (difronte al tanka village).
Punta Molentis.
Cala pira,
Serpentara, i variglioni e la secca a nord
Eravamo ospiti dello stesso campeggio “spiaggia del riso” prima che costruissero al posto della spiaggia l’approdo per l’aliscafo.
Gigi era una persona meravigliosa presidente dell’associazione ICNOS che vedeva i migliori pescatori e pescasub sardi si dedicava al surfcasting, è stato automatico diventare buoni amici, poi la vita mi ha condotto verso altre spiagge. Ciao Gigi